Teodora Campostrini fa della carità il fondamento della sua istituzione: carità, ossia, amore di reciprocità vissuta nella relazione con Dio, con le persone che ci sono vicine e con chi si affida al progetto educativo dell’Istituto, per ricevere una formazione utile per la costruzione della propria identità e personalità. L’Amore, di cui parla Teodora, è concreto, non trascura niente; è un atteggiamento costante che mira a non escludere nessuno dall’offerta formativa, anzi, che spinge ad avere uno sguardo educativo-formativo verso tutti, cominciando da se stessi.
Fa sua la Regola di S. Agostino, che inizia proprio nel segno dell’Amore:
“Prima di ogni cosa, sorelle carissime, amiamo Dio e poi il prossimo, perché questi sono i principali precetti che sono stati dati.” (Regola, n.1)
S. Agostino, forte riferimento spirituale di Teodora, ritiene che l’amore verso chi vive nella comunità debba avere la caratteristica dell’amicizia sincera, affettuosa ed operosa. Nella comunità agostiniana si esige che si coltivino con cura i valori umani e spirituali dell’amicizia, la quale genera e nutre la fedeltà, la confidenza, la sincerità e la mutua comprensione.
La comunità raduna i “fratelli” in Cristo, giacché Dio la consolida per mezzo della carità, che è diffusa nei cuori per opera dello Spirito Santo. (cf. Confessioni 4,4,7) È questa regola che permette di tendere costantemente verso il fine dello stare assieme, che è quello di amarsi come amici, non soltanto comunicando agli altri ciò che si ha o che si può avere, ma anche ricevendo da loro ciò che Dio ha dato o darà. (cf. Esposizioni sui Salmi 38,4)
Teodora, allo stesso modo, raccomanda che vi sia nelle relazioni tra le sorelle una vera amicizia, che costruisce la comunione profonda, nella quale, mentre si dà, si ascolta o si parla, si riceve, in uno scambio di affetto e di valori interiori, proprio come afferma S. Agostino, il quale spiega questo scambio che arricchisce l’animo, con un esempio efficace. Non è forse vero, dice Agostino, che quando illustriamo a qualcuno il panorama di una città o di un paesaggio, che a noi è abituale e non c’impressiona più, è come se lo vedessimo per la prima volta anche noi? Questo fenomeno è tanto più evidente quanto più forte è l’amicizia: l’essere amici, infatti, ci fa partecipare da vicino alle sensazioni, emozioni che provano i nostri amici.
Teodora gli fa eco e, paragrafando S. Paolo, usa espressioni di tenerezza che toccano il cuore. Al termine delle regole manoscritte, di cui controfirma ogni pagina, così si rivolge alle Sorelle:
“Sorelle mie desideratissime, gioia mia, corona mia, mie dilette,
vi prego, anzi vi scongiuro
di sentire tutte uno stesso amore,
e con grande concordia vivete la vostra vocazione
tutte in Gesù Cristo”.
Sr. M. Fernanda Verzè