L’errore come risorsa

Negli scritti di madre Teodora sono contenuti insegnamenti di carattere educativo interessanti ed utili.
Tutti sappiamo che nessuno nasce educatore, ma, quando qualcuno sbaglia, sorge sempre un disagio, un problema, una difficoltà, sia per la persona protagonista dell’errore, sia per le conseguenze dell’errore che ricadono sugli altri. Nascono incomprensioni, difficoltà di chiarimento, difficoltà di recupero positivo sull’errore stesso, fastidio, senso di inadeguatezza e difficoltà di accettazione della propria azione errata.
Tuttavia, educatori si può diventare, superando le difficoltà ad ammettere ed accettare i propri errori. È possibile, infatti, costruire un atteggiamento, una disposizione interiore all’azione educativa, utilizzando tanti modi e strumenti diversi: l’istruzione, la cultura, la riflessione sul proprio operato e sulla propria esperienza, sull’esperienza degli altri, attraverso il dialogo, il confronto, ecc. Modi e strumenti, questi che se utilizzati con intelligenza e coerenza, possono definire caratteristiche educative, chiare e distinte, nella persona intenzionata ad adottare, per sé e per gli altri, modalità e azioni, comunicazione e relazioni, fortemente orientate alla formazione di individualità chiare e indirizzate al miglioramento dei comportamenti.
Madre Teodora, ben sapendo che nell’area educativa, come in ogni altro settore, si possono commettere errori, avverte che si rende necessaria una continua attenzione al proprio operato, con l’obiettivo di produrre continuamente una riflessione sugli errori stessi, in modo da trarne utili insegnamenti.
L’errore, infatti, elemento squisitamente umano, quindi molto comune, può diventare una grande possibilità di apprendimento, in quanto l’analisi di tutti i passaggi fatti nell’azione compiuta e fonte di errore, può produrre apprendimento significativo, utile sul piano di un effettivo cambiamento. Certamente ciò vale per chi è disposto a rivedere e a modificare i propri comportamenti. L’azione educativa, segnata dall’errore, viene corretta e tale correzione diventa elemento di un successivo procedere più ricco di consapevolezza del proprio limite, della necessità di una attenzione sempre vigile, ma la consapevolezza sarà anche più ricca di conoscenza di sé e delle proprie possibilità. La nuova consapevolezza sarà, inoltre, efficace per il lavoro necessario alla costruzione di una sempre maggiore coerenza con se stessi e una sintonia più elevata tra i propri sentimenti, parole, azioni e gli obiettivi prefissati.
Quando l’errore, sul piano educativo, si verifica nella scuola, dove la relazione si intrattiene non solo con gli alunni, ma anche con gli adulti, ossia i genitori degli alunni, diventa più difficile gestire lo sbaglio, in quanto gli adulti, pur avendo l’esperienza che tutti gli esseri umani sono soggetti a sbagliare, diventano spesso intransigenti con gli educatori, come se l’errore dell’educatore fosse una catastrofe per il proprio figlio e come se non esistesse la possibilità di imparare molto anche nella situazione che evidenzia un intervento educativo sbagliato. È proprio evitando di sprecare questo tipo di opportunità che possiamo imparare e trasmettere agli alunni, quanto sia importante ed utile la capacità di fermare l’analisi su di sé per capire se stessi. Questo favorirebbe il superamento della paura del giudizio nel momento dell’errore e faciliterebbe anche la costruzione di fiducia.
Madre Teodora avverte che, quando ci si trova in circostanze simili, e, quindi, ci si trova a gestire una relazione difficile per l’incomprensione dei genitori degli alunni, si deve cercare di agire con la massima correttezza educativa. In altre parole l’educatrice, di fronte a comportamenti, in cui viene meno il rispetto, proprio per un suo errore, non deve agire dell’impulso rivendicativo, ma deve cercare nella propria interiorità il modo migliore, nel senso educativo della parola, per un intervento verbale o comportamentale, produttore, anche in quel momento e in quella circostanza, di educazione e formazione, per sé e per l’adulto che ha di fronte.
Con questo insegnamento Teodora Campostrini asserisce due grandi verità. La prima può essere così descritta: a qualsiasi età è possibile costruire educazione per sé e per gli altri, in quanto la persona, essendo un essere in divenire, ha sempre la possibilità di migliorare la propria individualità e il proprio agire. La seconda potrebbe essere così formulata: da tutto e da tutti, anche dai nostri limiti e dai nostri errori, noi possiamo apprendere insegnamenti utili a costruire dentro di noi consapevolezza, coerenza e miglioramento nelle relazioni umane.
Il vero educatore diventa tale giorno dopo giorno utilizzando tutto, anche ogni piccola cosa, per accrescere il proprio bagaglio interiore di riflessioni, esperienza, consapevolezza e sensibilità.
        
Sr. M. Fernanda Verzè 

Istituto Campostrini

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