Mi trovo spesso a riflettere sul tuo modo di pensare e la formazione dei giovani, o, detto con altre parole, sul tuo concetto di missione educativa nella scuola, ma anche ovunque. È una visione educativa, la tua, che, di fatto, può essere applicata in ogni parte del mondo e in ogni situazione, dal momento che, dove esistono esseri umani, esiste la società, la quale come bisogno fondamentale quello di avere nel proprio seno persone capaci di essere per sé e per gli altri dei “beni reali”, ossia, persone che hanno fatto della loro vita una scelta di consapevolezza, onestà, rispetto, sincerità e libertà interiore.
Non è semplice accogliere questa eredità spirituale, che tu hai lasciato al tuo Istituto, non è semplice seguire una tale indicazione dall’obiettivo che mira ad una qualità elevata di “educazione-formazione”, innanzitutto per se stessi, dato che, come solevi dire “non si può dare agli altri quello di cui non si è ripieni”.
“Procurare alla società dei beni reali” significa, infatti, essere formati ai valori che rappresentano, oggi, un bene “veramente reale” per le persone componenti la società stessa. Ciò vorrebbe dire che i valori, se nella loro essenza devono rimanere inalterati, possono e devono essere modificati nelle modalità di trasmissione. Trasmissione che passa attraverso un vissuto compreso e ritenuto significativo per la costruzione e la realizzazione del proprio sé, per la costruzione e realizzazione di relazioni umane altrettanto positive e utili.
Avere come obiettivo, nella propria missione educativa, di “procurare dei beni reali alla società”, comporta almeno due atteggiamenti di fondo.
Il primo è quello di attivare una attenzione impegnativa ed entrare in relazione profonda con se stessi per conoscere il proprio percorso educativo e poterlo modificare continuamente, migliorando così ogni aspetto del proprio comportamento.
Il secondo è quello di entrare in sintonia relazionale con il “pensiero”, la “cultura”, il “motore” sociale del nostro tempo, caratterizzato da rapide trasformazioni, da cambiamenti radicali, da un’evoluzione continua.
Lo sguardo e la riflessione sul tempo in cui viviamo, per conoscere il più possibile le poliedriche realtà di oggi, ci impegnano, dunque, a divenire promotrici e collaboratrici di “vite” che possano essere e divenire “beni reali alla società”, costruendo per noi stesse e per gli altri capacità operative qualitativamente elevate, azioni e valori profondamente significativi, pensiero flessibile e chiare identità umano-cristiane, che sappiano adottare con tutti e con ogni realtà un dialogo efficace ed evolutivo.
Sr. M. Fernanda Verzè