Spesso si ritiene preghiera la recita di formule fatta da soli o con altri. Non va, invece, mai dimenticato che la preghiera non si esaurisce qui. Certo non è da sottovalutare la preghiera in questo senso. Bisogna riconoscere, però, che essa é soltanto una delle modalità, con cui ci si rivolge al Signore, lo si loda, lo si ringrazia, lo si supplica. E’ una modalità che può anche non essere preghiera in senso assoluto, perciò non si deve confondere la preghiera con le modalità di pregare.
La preghiera ha come punto di riferimento la coerenza di vita; per questo deve essere sostanzialmente centrata sul pensiero e sul ragionamento.
Il pensiero e il ragionamento rendono possibile una preghiera dinamica, ossia, un tipo di preghiera che è costantemente unito alla ricerca di contenuti, di significati di vita, di miglioramenti, di apprendimenti che si evolvono e che vengono trasferiti nelle azioni quotidiane attraverso un coerente comportamento, al fine di diventare sempre più simili a Colui al quale ci rivolgiamo e con il quale intratteniamo la nostra relazione interiore.
Essere attenti alle proprie azioni, analizzarle per modificarle, riflettere su ciò che facciamo richiede intenzionalità; riconoscere quando si è usciti dalla strada maestra, superare posizioni di comodo, o i banali interessi, richiede un sincero impegno con se stessi.
La preghiera, ancora, ha bisogno di essere intelligente, o meglio, ha bisogno che mettiamo in atto la nostra intelligenza e che utilizziamo maggiormente il pensiero e il ragionamento. Sono strumenti che ci sono stati donati per riuscire a riflettere su quanto ci dice la Parola di Dio e sui messaggi che ci inviano gli avvenimenti quotidiani. In tal modo si è facilitati ad apprendere, a modificare sempre qualcosa del nostro comportamento, per essere in sintonia con quella Parola che ci ha toccato il cuore.
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