Nella storia della Congregazione, il Carisma ha sempre rappresentato il punto centrale della riflessione, dell’analisi e della verifica, sia per quanto riguarda la vita spirituale, sia per quanto riguarda l’attività. Anche oggi c’è continuità in questo atteggiamento di profonda riflessione sugli elementi costitutivi del Carisma, vissuti in tempi molto diversi da quelli iniziali.
Le tre dimensioni del carisma “Campostrini”: Contemplazione - Educazione - Missione possono vivere ed esprimersi in modo unitario in coloro che desiderano dare alla propria esistenza dei significati profondi e soddisfacenti.
Contemplazione
La spiritualità della Congregazione è di natura contemplativa, dove la Persona di Cristo e la sua Parola sono posti al centro della riflessione, della meditazione e di ogni comportamento. Non si tratta, dunque, di una contemplazione di tipo devozionista, bensì di tipo biblico-teologico. Attraverso una permanente verifica e valutazione, si può monitorare, approfondire e sviluppare questo “dono”, che si presta molto bene ad essere letto ed interpretato con la particolare sensibilità, che sembra appartenere alla gente del nostro tempo. Sensibilità resa particolare dal grande bisogno di gestire in prima persona la propria vita, non nel senso del protagonismo, ma della ricerca e della costruzione di quei valori, che danno spessore alla propria interiorità, al proprio vivere.
E’ importante, perciò, elaborare uno spazio contemplativo, in cui gli stessi contenuti, proposti dalla Fondatrice, possano vivere inalterati come “sostanza”, perché modulati e adattati in modo da essere altrettanto efficaci per il pensiero, la comprensione e la sensibilità dell’oggi.
Così è possibile dare “respiro” ad un’esperienza contemplativa capace di trasformare le azioni quotidiane, capace di essere trasmessa nella relazione con l’altro, di creare quel terreno fertile, che migliora la comprensione della vita, della persona e della parola di Gesù. Per questa sua caratteristica, la contemplazione “Campostrini” può diventare, per chi la comprende e la vive, una “contemplazione educativa”, perché si fa qualificato strumento per la formazione di se stessi. Nello stesso tempo, può diventare una “contemplazione missionaria”, in quanto ogni azione può essere continuamente impregnata di significati, che vanno ad arricchire la propria interiorità e l’interiorità dell’altro, di ogni altro che si incontra.
Educazione
L’Educazione è un aspetto necessario della vita. Essa rappresenta uno spazio che consente la vita stessa nel suo farsi e nel suo promuoversi. Nessun individuo potrebbe vivere, se non “educato” alla vita. Nel mondo complesso di oggi, l’educazione riveste un’importanza davvero massima, considerato il grande bisogno di quella qualità, che dia profonda soddisfazione, attraverso la continua risignificazione dei valori del passato e la ricerca e la costruzione di valori nuovi.
La qualità di vita è ancora una volta, un prodotto umano e quindi bisogna "mettere" la nostra "umanità" nella condizione di esprimere qualità. L'educazione è lo strumento principe.
Educare vuol dire toccare la parte "viva" di ogni persona, perché educare significa fare riferimento alle istanze più profonde dell'individuo, a quegli elementi da cui hanno origine tutti i comportamenti.
Educare significa fornire all'altro la possibilità e gli strumenti necessari per conoscere sé e per mettersi in grado di creare relazioni adeguate e soddisfacenti.
Per e nella Congregazione la dimensione educativa non può venire meno: verrebbe a mancare una parte sostanziale della Congregazione stessa e un elemento di grande spessore del Carisma Campostrini. Per la caratteristica che riveste, l'educazione "Campostrini", può, per chi intende concretizzarla nelle azioni quotidiane, compenetrarsi con la contemplazione e con la missione.
Missione
Anche le "missioni" devono essere oggi considerate in modo diverso dal passato e il valore della "missionarietà", per mantenersi vivo, deve essere rivisitato e sostenuto da nuovi e profondi significati.
Ogni "terra" ha varie e tante necessità e ogni incontro con l'altro è, al contempo, un ricevere e un donare.
L'andare lontano, come il rimanere, hanno bisogno da parte di chi intende vivere con sempre maggiore consapevolezza, di molte energie, di molta riflessione e attenzione, per saper trovare in "ogni luogo" risposte adeguate ed efficaci per sé e per gli altri.
Non è dunque, la "terra straniera" che fa delle proprie azioni una "missione" speciale, ma è la qualità dell'azione stessa, della nostra azione quotidiana, che fa di ogni luogo una "missione".
Mantenere viva la riflessione, che porta alla conoscenza di sé, mentre si opera con e per l'altro, significa costruire dentro di sé la capacità di operare continuamente la distinzione tra i propri bisogni e quelli dell'altro. In tal modo si crea un atteggiamento interiore, che tiene sempre conto della presenza dell'altro. Ciò vuol dire che quotidianamente va costruito nella propria interiorità uno spazio, dove l'altro è sempre una presenza.
Queste caratteristiche della "missione" fanno sì che la propria azione sia qualitativamente elevata, e, pertanto, adeguata alle necessità dell'altro e, quindi, efficace per sé e per gli altri.
Così la "missione" può esprimere la contemplazione e diventare contemporaneamente, un'azione estremamente educativa e formativa per sé e per ogni "altro".
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