Preghiamo la vita con il cuore
Nella ricorrenza del bicentenario della fondazione dell’Istituto e della scuola, quest’anno anche la tradizionale Festa del Cuore, festa voluta dalla Madre Fondatrice e celebrata ogni anno in questo periodo, ha assunto particolari significati. Essa ha costituito un momento importate di riflessione e di valutazione nel cammino formativo della Congregazione.
I significati particolari di questa festa delle comunità che perdura dagli inizi, si sono articolati diversamente nella storia della Congregazione. Hanno cambiato forma ed espressione nel tempo, mantenendo però vivo ed inalterato il nucleo centrale e profondo insito nel carisma stesso: celebrare la vita, il cuore della vita e della Congregazione, il cuore di ognuna nell’unità di intenti, nella condivisione, nella possibilità di trovare risorse nuove nelle relazioni e nei sentimenti, creare forze interiori attorno ai fondamenti della vita comune, progredire ed educarci continuamente all’amore.
La Comunità ha condiviso quanto ha elaborato basandosi su testi offerti in vari momenti formativi dalla Congregazione avvalorati dall’approfondimento degli scritti di Madre Teodora, da esperienze concrete e azioni di cambiamento. La tematica che ha guidato il lavoro è intitolata: Preghiamo la vita con il cuore. “Io sono la vite ed il Padre mio è l’agricoltore. […] Ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto”.
L’attenzione è stata posta sul miglioramento interiore e della “vita di preghiera”, in modo particolare sulla contemplazione educativa impegno sostenuto per una seria e serena volontà di coerenza, avendo la consapevolezza di essere costantemente chiamate alla sequela di Cristo, che indica la strada.
La stretta unione a Dio raffigurata nell’immagine evangelica della vite e dei tralci assieme al profondo senso di appartenenza alla propria famiglia religiosa, ricca di un originale carisma che attende amorosa fedeltà ed espansione, riecheggia nelle parole della Madre Fondatrice che incoraggia a proseguire con determinazione:
"Alla paterna Bontà dovete starvi sempre saldamente affidate, senza mai sconfortarvi..., né arrestarvi giammai, vi scongiuro”.