Il ladro

Serpeggi furtivamente
fra la gente,
strisci vilmente
nelle case,
rapinando,
ingiustamente,
il frutto del lavoro
di chi, sull’onestà,
stabilisce la vita.
 
La tua azione
lacera il cuore
di chi si fida
anche di te;
aggressivi sentimenti
fai nascere
in chi subisce
la violenza tua.
Sei albero secco,
senza frutto
né futuro.
Sei rapace parassita,
senza volto,
né identità,
privo sei di dignità
e di onorabilità.
 
Abissale è il vuoto
interiore tuo,
disonore smisurato
produci
dall’opera tua d’insulto
verso chi subisce
la tua brutalità,
miserabile e spregevole.
 
Con le tue sporche mani
sporchi ogni cosa che tocchi,
scagliando su tutti
il tuo sporco mondo.
 
Lasciaci stare:
vogliamo lavorare,
vogliamo faticare,
vogliamo meritarci
il pane quotidiano.
 
Lasciaci la nostra vita!
 
Tu sei già
morte!
Non vogliamo incontrarti,
non vogliamo vedere
la morte
prima di morire.
 
Rifuggi presto dalla morte
che è in te:
puoi ancora, se vuoi,
diventare vita.
                                                                                     
sr. Fernanda

Istituto Campostrini

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